Tie Break: in pochi minuti ti giochi il Set o addirittura il Match

11/09/2022 19:55:32 +0000
Il tie Break si vince di testa: è evidente.
 

Quando il set arriva sul 6 pari, è evidente che da un punto di vista tecnico, tattico e strategico, gli avversari siano preparati allo stesso modo, a quel punto la preparazione e l'allenamento mentale fanno la differenza.

Se parliamo di un terzo set giocato al tie break, tutto quello che vediamo per la chiusura del set è amplificato all'ennesima potenza.

Guardiamo la situazione più da vicino, le coppie in campo si sono giocate il set fino all'ultimo servizio, probabilmente hanno avuto più occasioni per chiudere senza arrivare al 6-6, e non le hanno sfruttate al meglio: inizia il tie break con il quale si giocano in pochi minuti la vittoria del set.

A questo punto la capacità di usare la propria mente in modo produttivo e proattivo è l'unica strategia vincente.

Quando la pressione per la gara sale, si possono innescare diversi tipi di pensieri depotenzianti

pensieri depotenzianti relativi alla propria performance al passato

 pensieri depotenzianti relativi alla propria performance al passato
  • avrei potuto chiudere prima
  • al game decisivo ho sbagliato
  • avrei dovuto giocare più sicuro
  • avrei dovuto attaccare di più
  • ecc... ecc...
 pensieri depotenzianti relativi a se stessi e alle proprie capacità
  • non sono capace
  • sono troppo scarso
  • non sono in forma
  • sono troppo lento
  • sono imbranato
  • io al tie break perdo sempre
  • ecc... ecc...
 pensieri depotenzianti relativi al compagno
  • sbaglia troppo
  • oggi non è in forma
  • non mi ascolta
  • ecc... ecc...
 pensieri depotenzianti relativi ad altre esperienze simili
  • perdiamo come la volta scorsa
  • adesso vincono loro
  • sicuramente sbagliamo come quella volta che...
  • ecc... ecc...
Il punto che accomuna tutti questi pensieri è che sono depotenzianti, infatti sono pensieri che
  • Limitano noi stessi: non ci aiutano a trovare soluzioni, a elaborare una strategia di azione o di reazione e nemmeno a vedere le cose da un altro punto di vista
  • Portano la nostra attenzione altrove rispetto al "qui ed ora"
  • Sono "senza soluzione", infatti sono più lamentele che considerazioni costruttive
Il vero pericolo insito in pensieri di questo genere è che spesso inondano la nostra mente senza che riusciamo a rendercene conto e influenzano pesantemente la nostra performance.

Per capire cosa succede dobbiamo considerare il concetto della Profezia che si Autoavvera.

Questo concetto è stato introdotto nel 1948 nelle scienze sociali dallo studioso Robert K. Merton. Egli descrive la Profezia che si auto avvera come «una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l'avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità».

La prima volta che ho approcciato a questo concetto mi è sembrato assurdo, perché la profezia che si autoavvera vale sia senso produttivo che distruttivo, quindi mi sembrava fin troppo facile generare qualcosa di bello.

Già mi immaginavo fresca e riposata in campo a profetizzare che avrei vinto e a vincere: troppo facile no?

Si, in effetti non funziona proprio cosi, eppure funziona, ti dimostro perché:

1. Il cervello lavora per immagini: nel momento in cui nella tua mente ci sono pensieri simili a quelli che ho elencato sopra, il cervello elabora immediatamente le immagini ad esso relative, quindi ci vede perdere per una infinita serie di motivi

2. I pensieri depotenzianti influenzano le nostre azioni, quindi se approcciamo al tie break con la mente piena di questi pensieri e immagini, saremo meno decisi e precisi nei colpi, meno efficaci in attacco, meno attenti nella costruzione del gioco... e in compenso saremo molto più nervosi.
3. Nel momento in cui elaboriamo pensieri depotenzianti, generiamo stati d'animo di agitazione e nervosismo, i nostri muscoli si contraggono e non siamo in grado di compiere il gesto tecnico nel modo corretto.
Autore: Cristina Molinari
Ti aiuto ad allenare la mente per ottenere i risultati che meriti, in campo e nella vita